Negli ultimi anni chi compra o vende casa ha iniziato a prestare molta più attenzione alla qualità dei materiali interni: pavimenti, rivestimenti, superfici e finiture non vengono più percepiti come semplici dettagli estetici, ma come indicatori immediati del valore e dello stato dell’immobile. Quando un potenziale acquirente entra in un appartamento, valuta istintivamente la durata dei materiali, il loro impatto sulla manutenzione futura e la sensazione di modernità degli ambienti.

Nel 2025 questa sensibilità è ancora più evidente. Le ristrutturazioni mirate e l’aggiornamento di cucina e bagno sono tra gli interventi che più influenzano l’interesse degli acquirenti e i tempi di vendita. In questo contesto, materiali come gres porcellanato, legno e resina sono diventati alcune delle scelte più richieste: ciascuno offre vantaggi specifici in termini di estetica, resistenza, sostenibilità e percezione del valore.

Comprendere perché questi materiali piacciono così tanto e come influenzano la vendibilità di un immobile permette a proprietari, investitori e professionisti di fare scelte più strategiche in fase di ristrutturazione.

Perché i materiali contano: come influenzano il valore e la vendibilità di una casa

Quando un potenziale acquirente visita un immobile, la prima cosa che valuta non è solo la distribuzione degli spazi, ma la qualità percepita degli ambienti. Pavimenti, rivestimenti e finiture comunicano immediatamente se la casa è stata curata, se richiederà interventi futuri e se il prezzo richiesto è coerente con lo stato dell’immobile.

Materiali datati, rovinati o di bassa qualità possono generare due effetti immediati:

  • riduzione del valore percepito, perché l’acquirente stima spontaneamente i costi delle opere da effettuare;
  • allungamento dei tempi di vendita, poiché l’immobile risulta meno competitivo rispetto ad altre proposte sul mercato.

Al contrario, materiali moderni, resistenti e facili da mantenere aumentano la sensazione di comfort e riducono la necessità di lavori dopo l’acquisto. Questo permette di:

  • valorizzare la casa nelle foto dell’annuncio,
  • sostenere un prezzo più alto e più difendibile in trattativa,
  • attirare un pubblico più ampio e qualificato,
  • ridurre i tempi di chiusura.

La scelta dei materiali, quindi, non è un dettaglio estetico ma una leva strategica: incide sulla percezione di qualità, sull’impatto emotivo della visita e sulla disponibilità dell’acquirente a riconoscere il valore dell’immobile. Per questo, in ottica vendita, conviene orientarsi verso soluzioni neutre, durevoli e apprezzate dal mercato attuale.

Le tendenze 2025: cosa cercano gli acquirenti quando visitano un immobile

Nel 2025 gli acquirenti italiani mostrano preferenze sempre più mirate — non si fermano più solo a metratura e posizione, ma guardano con attenzione a elementi che fino a pochi anni fa erano considerati secondari. Tra i fattori emergenti:

  • Qualità e stato dell’immobile: Secondo un rapporto di Idealista, la domanda è aumentata del 37 % anno su anno mentre l’offerta è cresciuta solo del 4 %. Questo squilibrio rende gli immobili “pronti all’uso” molto più appetibili e competitivi.
  • Efficienza energetica e sostenibilità: Il desiderio di case con certificazioni, bassi costi di gestione e materiali moderni è in forte crescita. Nel rapporto di Cushman & Wakefield si rileva che «la riduzione delle emissioni e la gestione del rischio climatico influenzeranno i valori degli asset e la domanda d’affitto».
  • Pronto da abitare (“move-in ready”): Un’analisi internazionale mostra che gli acquirenti sono disposti a pagare un premio per immobili che non richiedono lavori urgenti.
  • Spazi e finiture che comunicano modernità e funzionalità: Le tendenze evidenziano che gli ambienti ben rifiniti, senza lavori imminenti, con materiali contemporanei, aumentano la competitività dell’immobile sul mercato. Anche trasferire la “prima impressione” in foto-annuncio diventa fondamentale.
  • Importanza dei materiali e delle finiture strategiche: Gli acquirenti guardano con sempre più attenzione a cucina, bagno, pavimenti, finiture. Un ambiente datato o poco curato fa emergere il timore di costi di sistemazione, mentre finiture curate riducono il “rischio percepito”.

In sintesi: in un mercato dove l’offerta fatica a tenere il passo con la domanda, gli immobili che evidenziano aggiornamenti, qualità nei materiali e finiture moderne sono privilegiate. Per chi vende, questo significa che investire su finiture e materiali (non solo estetici, ma funzionali) non è un dettaglio, ma una strategia concreta per migliorare visibilità, appeal e potenzialmente ottenere un prezzo migliore.

Pavimento in gres porcellanato effetto legno in un soggiorno moderno, esempio di materiale resistente e ideale per valorizzare un immobile.
Un esempio di gres porcellanato effetto legno: moderno, uniforme e molto apprezzato dagli acquirenti nel 2025.

Gres porcellanato: perché è il materiale più richiesto nel mercato immobiliare moderno

Il gres porcellanato è oggi uno dei materiali più utilizzati nelle abitazioni moderne grazie alla sua elevata resistenza, alla versatilità estetica e alla capacità di adattarsi a contesti molto diversi. Si tratta di un materiale ceramico composto da miscele di argille e minerali cotte ad alte temperature, un processo che garantisce compattezza, durevolezza e una manutenzione minima nel tempo.

La sua diffusione nel mercato immobiliare è legata alla possibilità di imitare materiali più costosi — marmo, pietra naturale, cemento, legno — offrendo allo stesso tempo prestazioni tecniche superiori e una gestione quotidiana molto più semplice. Per questo, negli ultimi anni il gres si è affermato come una delle soluzioni preferite sia dai proprietari che desiderano ristrutturare in ottica vendita, sia dagli acquirenti in cerca di finiture moderne e poco impegnative.

Quando il gres porcellanato aumenta il valore di un immobile

Il gres porcellanato si conferma una delle scelte più strategiche per chi possiede un immobile da vendere o vuole ristrutturarlo in ottica valorizzazione. Le proprietà tecniche lo rendono particolarmente adatto agli ambienti abitativi: è prodotto da miscele di argille e minerali cotte a temperature molto elevate, che ne garantiscono compattezza e resistenza. Questo significa che, a differenza di materiali più tradizionali, il gres offre una durata superiore, minore manutenzione e meno rischi di deprezzamento.

Dal punto di vista immobiliare, questi elementi diventano leva concreta nella trattativa: un pavimento o un rivestimento in gres ben curato riduce la percezione di “lavori da fare” e trasmette all’acquirente l’idea di un immobile pronto, coerente e moderno.

In Italia, infatti, circa il 68% delle vendite di piastrelle in ceramica risulta legato a progetti di ristrutturazione o sostituzione e non alla nuova costruzione. Questo dato sottolinea quanto sia rilevante, nel mercato immobiliare esistente, scegliere finiture di qualità: il gres porcellanato diventa così non soltanto una scelta estetica, ma una decisione strategica di valorizzazione.

Inoltre, il gres porcellanato ha il vantaggio di poter imitare fedelmente materiali più costosi o più complessi da mantenere, come marmo, pietra naturale, cemento o legno, ma senza richiedere lo stesso livello di intervento nel tempo. L’effetto estetico viene percepito come “finitura di qualità”, elemento chiave per gli acquirenti alla ricerca di immobili con finiture curate.

Quando può ridurre l’appeal

  • Finiture troppo lucide o datate: alcune tipologie di gres lucido, molto in voga negli anni 2000, oggi risultano meno apprezzate. Superfici eccessivamente riflettenti, colori ormai superati o formati piccoli possono dare all’immobile un aspetto datato, richiedendo nell’acquirente un investimento futuro per aggiornare gli ambienti.
  • Colori o effetti troppo particolari: anche se il gres è disponibile in infinite varianti, scelte troppo personalizzate (effetti decorativi marcati, colori scuri in ambienti piccoli, texture molto “di carattere”) possono restringere il bacino degli acquirenti. La conseguenza è la riduzione del valore percepito e un rallentamento della vendita.
  • Posa non omogenea o stuccature visibili: se il gres è posato male — fughe troppo evidenti, piastrelle non allineate o differenze di tonalità — l’acquirente percepisce subito un lavoro da rifare. Questo non solo riduce l’appeal, ma porta a richieste di sconto o fa preferire immobili concorrenti più curati.
  • Formati inadatti agli ambienti: l’utilizzo di piastrelle troppo grandi in stanze molto piccole (o al contrario formati piccoli in open space moderni) può creare un effetto visivo meno equilibrato. In ottica vendita, l’impatto estetico non ottimale può ridurre l’attrattività dell’immobile.
  • Scarsa coerenza tra i vari ambienti: se il gres cambia radicalmente colore o formato da una stanza all’altra, l’immobile risulta meno armonioso e meno “pronto all’uso”. La prima impressione è fondamentale: discontinuità evidenti tra i pavimenti possono far percepire la casa come disordinata o necessitante interventi.

Implicazioni per chi ristruttura o vende

Infine, nel contesto competitivo del 2025, caratterizzato da domanda elevata e offerta selezionata, poter mostrare superfici di qualità (es. gres) può tradursi in un vantaggio reale in termini di prezzo, tempi di vendita e appeal dell’annuncio.

In sintesi: scegliere gres porcellanato non è solo una scelta estetica — è una strategia immobiliare che parla al mercato e agli acquirenti.

Legno e parquet: quando aumentano il valore e quando possono ridurlo

Il legno continua a rivestire un ruolo significativo tra le finiture più apprezzate nel mercato immobiliare, grazie alla sua capacità di conferire agli ambienti una sensazione immediata di calore, eleganza e comfort. Per un potenziale acquirente, un pavimento in parquet o una superficie in legno ben conservata comunica “casa curata”, elemento che spesso si traduce in maggiore fiducia verso l’immobile.

Quando il legno aumenta il valore di un immobile

  • Plancia di buona qualità, posa professionale e essenza neutra (es. rovere chiaro): questi fattori supportano una proposta di vendita più solida.
  • Contesto in cui la sostenibilità è valorizzata: legno proveniente da foreste gestite responsabilmente o dotato di certificazione FSC → valore percepito superiore.
  • Immobili in contesti medio-alti o di pregio dove la sensazione di “finiture premium” può davvero fare la differenza.

Quando può ridurre l’appeal

  • Pavimenti in legno datati, usurati, graffiati o mal posati: ogni difetto riduce la sensazione di “immobile pronto” e può far scattare nell’acquirente il pensiero “quanto dovrò spendere per sistemare?”.
  • Ambienti soggetti a umidità o condizione tecnica non ideale: in bagno o cucina il legno richiede trattamenti più specifici e qualche acquirente potrebbe considerarlo un fattore di rischio.
  • Essenze troppo “di carattere” o tonalità troppo marcate: se il legno ha una finitura molto particolare può piacere a pochi, riducendo la platea di acquirenti potenziali.

Implicazioni per chi ristruttura o vende

Per chi sta preparando un immobile alla vendita, il gres porcellanato rappresenta una delle scelte più sicure e strategiche. È un materiale che piace alla maggior parte degli acquirenti, riduce la percezione di lavori futuri e permette di presentare la casa come “pronta da abitare” — fattore determinante nel 2025, dove il pubblico ricerca sempre più soluzioni moderne e senza interventi immediati.

Tuttavia, l’utilizzo del gres deve essere ponderato. La scelta di formati, colori e finiture va orientata verso soluzioni neutre e contemporanee, evitando eccessi estetici o combinazioni incoerenti tra gli ambienti. Un gres posato male, scelto in una finitura ormai fuori moda o non coerente con lo stile dell’immobile può ridurre l’attrattività e portare a richieste di sconto.

In sintesi: per chi ristruttura o vende, il gres è un investimento che può valorizzare davvero l’immobile — a patto che sia scelto con criteri di coerenza, qualità della posa e neutralità estetica. In questo modo diventa una leva concreta per aumentare l’interesse degli acquirenti e migliorare tempi e condizioni di vendita.

Soggiorno moderno con parquet in rovere chiaro, esempio di pavimento in legno che aumenta il valore percepito di un immobile.
Un pavimento in rovere chiaro dona calore, luminosità e aumenta l’attrattività dell’immobile agli occhi degli acquirenti.

Resina: quando può valorizzare un immobile (e quando invece può generare perplessità)

Negli ultimi anni la resina si è affermata come una delle soluzioni più innovative per rivestire superfici orizzontali e verticali in ambienti abitativi. Materiale polimerico applicabile anche su strutture esistenti, permette la realizzazione di superfici continue, senza fughe, con forte impatto estetico e grande personalizzazione. Secondo fonti specialistiche, la resina offre vantaggi quali la posa senza demolizioni, minori tempi di cantiere e facilità di manutenzione.

Quando la resina può aumentare il valore di un immobile

  • Creazione di ambienti moderni e “chiavi in mano”: per immobili che stanno per essere venduti, la presenza di superfici in resina ben posate comunica innovazione, cura e maggiore appeal.
  • Riduzione dei lavori percepiti: la possibilità di applicarla anche su rivestimenti preesistenti senza demolizioni riduce i tempi e i costi, elemento che gli acquirenti tengono in considerazione.
  • Personalizzazione premium: grazie alla vasta gamma di finiture (colori, texture, effetti materici), la resina consente di valorizzare ambienti particolari – ad esempio open-space, loft, abitazioni di design – dove il target acquirente cerca “qualcosa in più”.
  • Legata alla manutenzione ridotta: materiali impermeabili, senza fughe, facili da pulire; riducono la percezione che l’immobile abbia bisogno di interventi.

Quando la resina può ridurre l’appeal o generare perplessità

  • Qualità della posa e supporto non ideale: se la superficie sottostante non è adeguata o la posa non è stata eseguita a regola d’arte, la resina può presentare difetti (crepe, distacchi, rigonfiamenti) che scoraggiano l’acquirente.
  • Gusto di nicchia e target ristretti: l’estetica ultra-moderna della resina può non essere gradita in contesti tradizionali o da acquirenti più conservatori; rischia di limitare la platea.
  • Riparazioni future più complesse: se pur la manutenzione ordinaria è semplice, in caso di danni la sistemazione può richiedere interventi specifici; l’acquirente può fatica a stimare costi e tempi.
  • Poca familiarità nel mercato immobiliare: in alcuni casi, gli acquirenti non sono abituati alla resina e potrebbero percepirla come “materiale sperimentale” rispetto al più tradizionale gres o legno.

Implicazioni per chi ristruttura o vende

Se stai pensando di inserire la resina in un immobile da mettere in vendita, considera i seguenti punti:

  • Assicurati che la posa sia professionale e certificata; richiedi referenze e documentazione tecnica.
  • Contatta l’installatore prima di proporre l’immobile per avere chiara la durata, manutenzione e garanzia.
  • Valuta il target dell’acquirente: in un contesto urbano moderno o loft la resina può dare valore aggiunto; in un contesto più tradizionale o rurale potrebbe richiedere un bilanciamento con finiture più neutre.
  • In fase di annuncio vende l’immobile facendo leva sull’«ambiente moderno e uniforme, facile da mantenere e ideale per entrare subito».
  • Inserisci nelle fotografie ambienti in resina ben illuminati, che mostrano la continuità della superficie: questo aiuta a rafforzare la percezione di qualità.

Sostenibilità e materiali: l’evoluzione delle preferenze degli acquirenti nel 2025

La sostenibilità ambientale è sempre più un criterio decisivo nelle scelte degli acquirenti immobiliari. Chi visita una casa nel 2025 non valuta più soltanto la metratura e la posizione, ma anche l’impatto ecologico delle finiture, la resistenza dei materiali e la loro provenienza. Materiali durevoli, riciclabili o certificati diventano fattori che influenzano il giudizio sull’intero immobile.

In questo contesto, ad esempio, il legno certificato FSC o il gres porcellanato con basse emissioni si affermano come preferenze chiare. Anche soluzioni più specifiche – come un piatto doccia effetto pietra – rispondono oggi a più esigenze: estetiche, funzionali e ambientali. Molte aziende propongono versioni realizzate con materiali riciclati, minore uso di resina o produzione a basso impatto.

Dal punto di vista immobiliare questo significa due cose. Prima: un immobile con finiture “eco-consapevoli” trasmette un messaggio più forte di valore, qualità e minor rischio di interventi futuri. Secondo: per chi vende o ristruttura, investire in materiali sostenibili non è solo una scelta etica, ma una mossa strategica che può migliorare la percezione dell’immobile, abbreviare i tempi di vendita e sostenere una richiesta di prezzo più alta.Infine, nel mercato competitivo del 2025, la differenza non la fa più solo la ristrutturazione, ma la qualità “sostenibile” della finitura. Gli acquirenti oggi osservano la certificazione dei materiali, la durata, la manutenzione e anche il valore residuo dell’immobile a medio termine. Perciò, scegliere soluzioni moderne a basso impatto ambientale è un vero vantaggio competitivo per chi opera nel comparto immobiliare.

Quanto incidono i materiali sulla valutazione immobiliare?

La scelta dei materiali interni non è un semplice dettaglio estetico: è un fattore che può influenzare concretamente la valutazione dell’immobile. I professionisti della stima sottolineano che la condizione, la qualità e la manutenzione dei materiali sono elementi che l’acquirente considera al primo impatto.

Meccanismi di influenza

  • Durata e manutenzione: materiali di alta qualità o moderni richiedono meno interventi futuri. Un immobile che “non necessita lavori” viene valutato più favorevolmente.
  • Aspetto estetico e percezione di qualità: superfici curate, finiture moderne e materiali apprezzati migliorano la prima impressione e aiutano a sostenere un prezzo più elevato.
  • Costi di sostituzione e rischio percepito: materiali datati o usurati generano la percezione che l’acquirente dovrà sostenere costi per ristrutturare, e questo può portare a ribassi o a una trattativa più complessa.

Quanto può incidere?

Non esistono formule “fisse”, ma alcune analisi indicano che miglioramenti significativi nelle finiture possono tradursi in:

  • tempi di vendita ridotti
  • minor sconto richiesto dall’acquirente
  • possibilità di richiedere un prezzo leggermente superiore rispetto a immobili dalla finitura standard

Cosa significa per chi vende o ristruttura

Se stai preparando un immobile per la vendita o lo stai valutando dal punto di vista investimento:

  • Prioritizza materiali che abbiano buona resa estetica, manutenzione ridotta e target di mercato ampio.
  • Evita investimenti in finiture troppo personalizzate o di nicchia che possono restringere il bacino di acquirenti.
  • Considera che non tutti gli interventi si ripagano: l’aumento dei costi dei materiali può superare l’aumento della valutazione.
  • Valuta anche l’effetto sinergico: un buon materiale appare ancora più efficace se abbinato a una pianta funzionale, ambienti ben distribuiti e stato generale ottimo.

Consigli pratici per chi vuole ristrutturare casa in ottica vendita

Se hai intenzione di ristrutturare il tuo immobile con l’obiettivo di venderlo, segui questi tre passaggi essenziali:

  • Mantieni budget e obiettivo di vendita allineati
    Definisci prima il prezzo a cui vorresti vendere e valuta quanto puoi investire nelle finiture senza superare “il valore di mercato + ristrutturazione”. Interventi troppo costosi rispetto alla zona o tipologia possono non essere ripagati.
  • Scegli materiali neutri, resistenti e facilmente gestibili
    Materiali come gres porcellanato neutro, legno chiaro di buona qualità, superfici in resina ben posate e finiture moderne segnalano “immobile pronto”. Evita scelte troppo personali o ultra-custom che potrebbero limitare i potenziali acquirenti.
  • Documenta e comunica gli interventi
    Conserva fatture, certificazioni materiali, referenze posa. Inserisci nelle foto dell’annuncio le superfici curate, i materiali utilizzati e, se presenti, i vantaggi in termini di manutenzione o durabilità. Un buon annuncio con materiali documentati aiuta a distinguersi.

Per approfondire come valorizzare in modo concreto una casa prima della vendita, puoi leggere la nostra guida completa: Ristrutturare prima di vendere: quando vale la pena investire?

Quale materiale scegliere in base al tipo di acquirente e all’obiettivo (vendita, affitto, investimento)

La scelta del materiale giusto non dipende solo dalla qualità: dipende soprattutto dall’obiettivo che hai e dal tipo di acquirente o utente finale.

Vendita rapida della propria abitazione

In questo caso conviene puntare su materiali neutri, resistenti e con appeal immediato. Il gres porcellanato neutro, finiture ben rifinite, pavimenti uniformi sono scelte che generano fiducia e riducono “lavori percepiti”.

Affitto (lungo termine o breve termine)

Qui la priorità è la durabilità e la facilità di manutenzione. Materiali che resistono all’uso frequente, agli ospiti o agli inquilini, e che semplificano la gestione. Le superfici devono apparire sempre “pronte all’uso”.

Investimento / flipping / ristrutturazione per valorizzare

Nello scenario di una ristrutturazione per investimento o flipping immobiliare, puoi permetterti qualche materiale “premium” se il target è di fascia medio-alta o turistica. Il legno di qualità, o superfici in resina moderne e di effetto, possono diventare un plus che distingue l’immobile. Ma devi essere certo che il target lo apprezzi e che l’investimento si ripaghi.

In tutti i casi valuta il bilancio tra: costo dell’intervento, ampiezza del bacino acquirenti e plus che puoi ottenere in termini di prezzo o tempi di vendita.

Un materiale eccellente in un immobile sbagliato o per il pubblico sbagliato può non essere ripagato. Al contrario, una scelta coerente con l’obiettivo e il target può trasformarsi in un vantaggio competitivo concreto.

Domande frequenti sui materiali e la valorizzazione immobiliare

I materiali scelti in una casa possono davvero influenzare il prezzo di vendita?

Sì. Materiali di qualità, ben posati e senza necessità immediata di intervento riducono il rischio percepito dall’acquirente, migliorano la prima impressione e possono tradursi in richiesta di prezzo più alta e tempi di vendita più brevi.

Quale materiale è il più versatile per chi vende presto una casa?

Il gres porcellanato neutro è spesso la scelta più indicata: è resistente, facile da pulire, adatto all’uso quotidiano e apprezzato da una vasta platea di acquirenti. Costituisce quindi un buon investimento in ottica vendita.

Il legno è sempre una scelta valida per valorizzare un immobile?

Non necessariamente. Il legno può aumentare il valore se è di qualità, ben conservato, neutro e in un contesto adeguato. Se invece è datato, danneggiato o troppo personalizzato, può diventare un fattore di deprezzamento o allungamento dei tempi di vendita.

La resina è adatta a ogni immobile da vendere?

La resina è una finitura moderna e personalizzabile che può valorizzare particolarmente immobili di fascia medio-alta o destinati a mercato turistico/investimento. Tuttavia, richiede posa professionale e può non essere gradita a tutti gli acquirenti se l’immobile è tradizionale o generico.

Quanto conta la sostenibilità nella scelta dei materiali per la vendita?

Molto. Gli acquirenti nel 2025 sono sempre più sensibili alla provenienza dei materiali, alla ridotta manutenzione, all’efficienza energetica e al basso impatto ambientale. Materiali certificati e durevoli possono aumentare l’appeal immobiliare.

Quali errori evitare quando si scelgono le finiture per valorizzare un immobile?

Investire troppo in finiture ultra-personalizzate che piacciono poco al mercato.
Scegliere materiali economici mal posati che danno subito impressione di “da rifare”.
Non considerare il target dell’acquirente (vendita vs affitto vs investimento) e la zona.
Trascurare la documentazione (fatture, certificazioni, posa) che aumenta la fiducia dell’acquirente.